Comunicato n°5 2013



Abbiamo appreso da alcuni cittadini che il Comune di Loreto, nello scorso mese di marzo, ha provveduto alla classificazione del complesso industriale F.lli RAGAINI.

Esiste un Regio Decreto risalente al 1934 che vieta espressamente l’insediamento di industrie insalubri di Prima classe nei pressi dei centri abitati, ma non solo,
è vietato anche l’insediamento di tali attività anche all’interno di zone industriali, al fine di preservare la salute di cittadini ma anche di lavoratori. (Art. 216). Infatti, il piano regolatore della città di Loreto proibisce insediamenti di attività insalubri di prima classe per una grossa percentuale del proprio territorio, tra cui la zona industriale Brodolini.

Da un documento pubblicato nell'albo pretorio emerge che all'interno del gruppo industriale sopracitato sono state individuate e successivamente classificate tre industrie INSALUBRI di 1^ classe e due di 2^ classe.

Era nota sin dal suo primo vagito quale fosse l’attività del Gruppo Ragaini e che le fonderie non possano di certo passare come produttrici di aria balsamica, ma pare che nelle varie amministrazioni comunali che si sono succedute questo fosse stato ignorato. Indovinate un po’ quale era (fino al 14-02-2013) la classificazione dell’industria del Gruppo Ragaini. Non ci arrivate? Vi aiutiamo: NESSUNA CLASSIFICAZIONE! Per decenni nessuno si è mai posto il problema, nessuno del Comune di Loreto si è mai domandato se quel tipo di lavorazione industriale poteva aver luogo nella sua ubicazione o no!! Non se l’è domandato o non se l’è voluto è domandare? E’ successo che all’inizio del nuovo millennio qualcuno ha cominciato a porsi delle domande e a documentarsi in merito, viste anche le notevoli emissioni di polveri ed altri materiali. Si tratta di alcuni residenti del quartiere di Villa Costantina sostenuti anche dal Comitato di Quartiere. Questi signori hanno posto domande, fatto ricerche, richiesto analisi ed interpellato il Comune di Loreto. In poche parole hanno cominciato a “rompere le scatole” per vedere rispettati i propri diritti. Il Comune per molto tempo ha ignorato e scansato le giuste rivendicazioni (in un consiglio comunale un consigliere dotato di grande acume ha detto “vi siete voluti comprare la casa a Villa Costantina perché costava poco ed ora non potete lamentarvi”; evitiamo di sprecare inchiostro o toner per commentare tale dichiarazione) e l’azienda ha cercato di contrapporre ai residenti del quartiere i lavoratori, cercando di neutralizzare le rivendicazioni innescando una guerra tra salute e lavoro. Il tutto, ricorda fortemente la questione ILVA o altre questioni a noi più vicine, come ad esempio i casi SADAM di Jesi e Fermo, in cui si è spesso tentata la strumentale quanto fuori luogo contrapposizione fra salute e lavoro. Ovviamente in un periodo di forte crisi come questo, la contrapposizione ha un certo effetto e spesso costituisce un bel parafulmine per certi politici.

Sarebbe stato sufficiente procedere con la classificazione d’obbligo e, successivamente, eventualmente permettere alla fonderia di insediare la produzione in una area compatibile con tutte le norme urbanistiche e sanitarie, salvaguardando i diritti incoercibili dei cittadini alla salute ed alla tutela delle proprietà che non possono MAI essere posti in subordine rispetto ai pur legittimi interessi di una impresa. Siamo contenti che l’amministrazione presieduta dall’attuale Sindaco Niccoletti abbia finalmente sanato questa vergognosa lacuna procedendo alla classificazione che vede i vari impianti rientranti nella prima e seconda classe a seconda del tipo di lavorazione. Siamo contenti, ma ora bisogna stabilire il da farsi e non potremo accettare quanto in qualche maniera si può intuire dalla risposta del Comune registrata nel protocollo n. 7266 dove esso dice “adottare tutte le misure per rendere compatibile, ove possibile, la destinazione urbanistica con quella produttiva”. Speriamo di aver interpretato in maniera troppo maligna la frase e che non si voglia sanare la situazione variando il piano di destinazione urbanistica. Saremmo maligni, ma come dice un ispiratore politico dell’attuale Sindaco: a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca!

La domanda fondamentale che sorge spontanea è quella che ci porta a chiedere spiegazioni sul come mai l'amministrazione comunale si sia adoperata solo ora alla classificazione della citata azienda, quando per l’attività svolta dalla stessa, sarebbe stata necessaria già dalla sua nascita.

Bisogna inoltre tenere conto che molti residenti lamentano oramai da parecchi anni emissioni di polveri ed odori molesti e, non si capisce il perché le Amministrazioni comunali succedutesi nel tempo abbiano omesso, in sede di rilascio delle autorizzazioni AIA ,(Autorizzazioni Integrata Ambientale) di rappresentare, gli esposti, le petizioni e le denunce dei cittadini, permettendo cosi l’ampliamento dell’azienda ed ignorando di fatto il tipo di lavorazioni e i cicli produttivi da esse espletate.

Sappiamo che le aziende con questo tipo di classificazione non possono assolutamente essere presenti vicino ai centri abitati, quindi vorremmo che l’amministrazione comunale si muovesse in modo tale da salvaguardare la nostra salute in primis esercitando il proprio dovere di tutela dei cittadini.

Deplorando con forza la strumentalizzazione LAVORO / SALUTE, affinchè questa situazione non divenga una piccola TARANTO, invitiamo l’amministrazione in carica (il Sindaco in primis vista la funzione di massimo responsabile della salute pubblica locale) a farsi parte attiva, fattivamente, per fornire una risposta esaustiva ai cittadini di Loreto nonché a ripristinare la dismessa centralina di monitoraggio antistante la zona industriale, con TUTTE le strumentazioni idonee atte a rilevare tutte le POLVERI, dalle più grandi alle più sottili, nonché le moleste emissioni olfattive, che gli enti preposti, per loro stessa ammissione, NON hanno ancora provveduto a monitorare.

Gli iscritti al M5S di Loreto da questo momento si impegnano a monitorare la situazione, valutare tutta la documentazione inerente all’argomento in questione e soprattutto mettere tutta la vicenda alla luce del sole.